Il santuario della Madonna di Pietrabona, a 3\4 km da Castel di Ieri in provincia dell'Aquila, è un bel santuario-romitorio posto su una spettacolare balza a strapiombo sul Vallone di Rio Scuro.
Dovendo recarmi a fotografarlo per un libro sugli eremi d'Abruzzo, ho preso accordi con un gentilissimo signore del paese che custodisce le chiavi del Santuario ( succede spesso in Abruzzo che la possibilità di visitare posti suggestivi e pieni di cultura sia legata ad appassionati del luogo ).
L'appuntamento è nel punto dove la deviazione dalla "Claudia Valeria" si trasforma nel comodo e breve sentiero che conduce all'ingresso dell'eremo.
Il signore arriva puntualissimo accompagnato da un non vedente che, però, cammina spedito attaccato alla giacca dell'amico; in seguito capisco che è lui, il cieco, l'intellettuale del gruppo che mi illustrerà tutto il complesso religioso.
Fatte le foto alla chiesa e ai resti del complesso monastico, riponendo l'attrezzatura nello zaino, un muro in pietra, che per una altezza di un paio di metri chiude una alta spaccatura nella roccia sovrastante, attrae la mia attenzione. << l'ossario dei frati che sono vissuti qui >> è la risposta alla mia domanda su cosa racchiudesse quel muretto. Intrigante... tiro fuori di nuovo la Canon e vi attacco il 18mm zeiss, modo di esposizione su AV perchè non ho modo nè di vedere cosa c'è dentro nè quanta luce, allungo le braccia al di sopra del muretto... click... guardo il monitor della macchina... nero!
Panico, controllo il 18mm: l'anello di raccordo Contax\Canon a volte blocca il diaframma alla apertura minima, controllo inutile visto che sono su AV, al limite avrei dovuto avere una foto mossa. Riprovo lo scatto... nero. La macchina è rotta... scatto con rabbia a caso con la macchina sulla pancia... la foto c'è: sfocata e sbilenca ma qualcosa esposta bene è registrato sulla card. << i frati non vogliono essere fotografati >> butto giù scherzando, più che altro rivolto a me stesso.
<< Su, su, andiamo via... chiudi tutto, qui c'è la maledizione dei frati >> dice l'amico che aveva seguito con apprensione crescente tutte le mie manovre: togliere la card e rimetterla, cambiare la batteria, tutte cose senza senso ma che si fanno quando non si sa più a cosa aggrapparsi.
<< Se non vogliono che si fotografi i loro resti... meglio andare via >> insiste << poi... minaccia di piovere >> dice, alleggerendo con un briciolo di razionalità la motivazione maledetta; qui alzo gli occhi al cielo: luminosissimo nonostante fosse coperto di nuvole e... capisco tutto.
Ripeto la foto ma con il pollice a chiudere il mirino questa volta, quindi guardo al monitorino: perfetta.
La luce intensa del cielo attraverso il mirino mi falsava l'esposizione di almeno 5 Ev.
Rivolto ai due che aspettavano ansiosi il risultato del quinto scatto: << niente maledizione dei frati ma quella degli asini >>.
Tornando alle macchine comincia a piovere decisamente, forse la "maledizione dei frati"...
Contributo di Luciano Paradisi (paraluci)
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