Spesso mi capita di piantare il treppiedi di fronte a un paesaggio apparentemente illuminato da una luce monotona e senza personalità. E' a questo punto che metto in moto la fantasia per chiedermi cosa dovrebbe succedere nel "parco luci" che la natura ci mette a disposizione per avere uno scenario interessante.
Da un po' il sole morente si insinuava fra le nuvole creando erranti chiazze di luce calda in giro per l'ampia Valle dell'Orta già pronta al gelo della notte. Ma non era esattamente questo che suggerivano i versi che mi rotolavano nella testa: « Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di Sole: ed è subito sera. ».
La macchina salda sul treppiedi, l'inquadratura ormai pronta da qualche minuto sul monitor posteriore e l'esposizione regolata sulle parti in luce tramite il live-wiev impostato su "simulazione dell'esposizione", non mi restava che ripetere come un mantra "trafitto da un raggio di sole", trafitto da un raggio di sole"...
Quando, ormai, dei meravigliosi ermetici versi del grande Quasimodo non rimaneva che "...ed è subito sera", l'ultimo raggio orizzontale ha trafitto le nuvole e, alla velocità della luce (ci mancherebbe!!!), è andato a illuminare le aspre rave che scendono da Monte Amaro.
Mi ha entusiasmato l'atmosfera da ultima glaciazione che ne è venuta fuori, proprio quello che avevo immaginato in anticipo con la mia fantasia.
Contributo di Luciano Paradisi
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