Pescocostanzo è uno dei più bei borghi d'Abruzzo e sorge fra gli estesi e silenziosi pascoli degli Altopiani Maggiori a 1400mt s.l.m.. Questo centro di antica origine certamente deve il suo sviluppo all'allevamento, all'eccellente artigianato, all'ottima conservazione dell'abitato e all'offerta turistica completa. L'ambiente naturale immerso nel Parco Nazionale della Majella e l'interessante patrimonio di monumenti rinascimentali e barocchi, attrae in ogni stagione schiere di fotografi a caccia di scorci, particolari architettonici e scene di vita quotidiana.
Gli abitanti sono ormai assuefatti a questa pacifica invasione e allora è facile intrufolarsi nelle botteghe dei bravissimi artigiani oppure avvicinarsi a donne che chiacchierano sedute al sole sui gradini dei vignali mentre lavorano al tombolo.
In varie occasioni mi ero addentrato nei vicoli e avevo già fotografato questa bellissima facciata barocca nella piazzetta antistante la Basilica di Santa Maria del Colle. Nell'inquadrare avevo privilegiato una composizione simmetrica, erano gli stessi elementi presenti nella scena a suggerirlo. Per avere una prospettiva che mi permettesse di attenuare l'effetto delle linee cadenti mi sono allontanato il più possibile e usato una focale lunga (135mm) per eliminare tutto ciò che visivamente avrebbe "sporcato" la composizione. Le linee cadenti sono quell'effetto che rende convergenti le linee altrimenti parallele quando la macchina è inclinata verso l'alto.
Naturalmente avevo tutto il tempo che mi serviva, la scena era lì forse da secoli e non sarebbe cambiata nell'immediato futuro, quindi ho posizionato il treppiedi e scelto la focale migliore in tutta tranquillità.
In questa occasione ero con amici appassionati di fotografia e li accompagnavo fra meravigliosi scorci rallegrati dai coloratissimi vasi di fiori disposti sui gradini dei “vignali”.
Giravo in scioltezza senza treppiedi e con solo lo zoom 17/40 f4 Canon montato sulla macchina, pensavo di aver fotografato ormai di tutto a Pescocostanzo.
Poi... un movimento ha attirato la mia attenzione: la simmetria delle due finestre barocche è stata rotta dalla signora che apriva la zanzariera di sinistra. D'istinto ho portato lo zoom alla focale più lunga possibile e scattato, senza preoccuparmi delle linee cadenti, ponendo la signora nel “terzo” del fotogramma, la posizione che più l'avrebbe messa in evidenza.
La regola dei terzi è un espediente usato dai pittori, e poi anche dai fotografi, per comporre una immagine in modo armonico e dinamico, creando dei punti di interesse dove collocare l'elemento principale. In pratica il fotogramma va diviso in 9 parti con due linee nel senso orizzontale e due nel senso verticale, i punti dove le linee si intersecano saranno i punti di forza che attireranno lo sguardo. Qualcosa di molto vicino alla “Sezione Aurea” utilizzata fin dall'antichità come principio compositivo in ogni tipo di arte.
Tornando alla foto: lo sguardo, dopo una breve sosta sull'affresco, va subito a soffermarsi sulla signora alla finestra riconoscendo in questa il soggetto principale dell'intera fotografia. Di questa scena mi sono piaciuti anche i colori della signora che
ricordano quelli della Immacolata Concezione, il dipinto al centro, per questo ho voluto intitolare la foto “Madonne”.
Contributo di Luciano Paradisi (paraluci)
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