Situato sulle montagne dell'Appennino che dividono l'Abruzzo dal Molise, Castiglione Messer Marino domina dall'alto dei suoi 1081 mt sulle valli strategiche solcate dai fiumi Sangro e Trigno.
La natura del terreno dalla scarsa vocazione agricola ha determinato una morfologia del territorio caratterizzato da colli arrotondati quasi privi di vegetazione anticamente attraversati dal tratturo Ateleta- Biferno percorso dalle greggi transumanti verso la Puglia.
A quote più basse sono presenti estesi boschi di faggio e abeti bianchi. Importante è la vicina area dell'Abetina di Castiglione, uno dei pochi luoghi in Abruzzo dove è presente allo stato spontaneo l'Abete Bianco, vestigia delle ultime glaciazioni. Quest'area naturale è impreziosita dalla presenza delle sorgenti dei torrenti Treste e Sinello.
Anche se certamente il territorio è stato frequentato da popolazioni del neolitico e da tribù italiche poi, notizie di insediamenti stabili risalgono intorno al X secolo tramite i soliti documenti di fondazione di chiese o liste di tenimenti da parte di feudatari.
In questi documenti il paese è chiamato Castellone, grande castello, ma di questo restano poche tracce e la memoria nel nome della località chiamata “Castello”.
Dal XV secolo Castiglione fu acquisito dai Caracciolo di San Buono in seguito al matrimonio di Marino Caracciolo con Maria De Sangro che portava in dote il tenimento. Fu da allora che il paese venne chiamato Castiglione Messer Marino.
Fino al XIX secolo Castiglione fece parte della provincia d'Abruzzo Citra del Regno delle Due Sicilie e fu pesantemente investito dal fenomeno del brigantaggio alimentato dall'enorme disuguaglianza fra i benestanti e il resto della popolazione.
Dopo la caduta dei Borboni e l'avvento dell'unità d'Italia, il cambiamento sociale promesso dalla propaganda garibaldina non avvenne. La reazione popolare fu violenta e sanguinosa, durante la messa di Pasqua del 1861 ci fu la chiamata alle armi del popolo. I reazionari misero a ferro e fuoco case e proprietà dei benestanti di sempre e giustiziarono i personaggi più in vista. L'arrivo della Guardia Nazionale pose fine ai tumulti soffocando la rivolta nel sangue.
L'atavica miseria, a fine '800 inizio '900, spinse all'emigrazione verso gli Stati Uniti e l'Argentina i figli migliori di Castiglione Messer Marino. Fra questi ci furono il nonno e il padre di Juan Manuel Fangio, il grande campione di automobilismo vincitore di cinque titoli mondiali. Fangio ha avuto sempre presente la sua origine abruzzese e spesso è tornato a far visita ai parenti e ai paesani. Castiglione ha ricordato il campione con una targa commemorativa posta sulla casa che vide i natali del padre Loreto Fangio.
Si raggiunge il paese percorrendo strade tortuose e spesso interrotte da frane. Arrivati si ha l'impressione di essere in un territorio fulcro fra diverse realtà, dagli alti colli la vista spazia dall'Adriatico di Fossacesia alla Majella e alle infinite colline del Molise che si perdono nella foschia.
Il paesaggio è coronato dalle torri eoliche per la produzione di elettricità con le enormi eliche mosse dal vento che unisce l'Abruzzo dell'Alto Vastese con l'Alto Molise, un unico territorio abitato da tempo immemore dal fiero popolo Sannita.
click sulla miniatura per ingrandire