La Rocca di Calascio forse ha origine da un piccolo presidio romano posto a controllo del territorio appena sottratto ai locali Vestini.
La relativa tranquillità garantita dalla presenza dei militari favorì la nascita di insediamenti sparsi di pastori e agricoltori che popolarono le valli intorno.
Con la fine dell'impero romano, le continue incursioni barbariche e, più tardi, le incursioni saracene, costrinsero le popolazioni a cercare rifugio sulle alture creando centri fortificati. Sotto la protezione dell'originale nucleo sorsero le case-torri alte diversi piani, strette l'una all'altra a formare una cinta difensiva.
Intorno all'anno mille cominciarono a sorgere i primi feudi. Rocca Calascio fece parte della Baronia di Carapelle che nei secoli ebbe diversi signori fra cui Antonio Piccolomini che realizzò le quattro torri intorno all'originale torrione e il muro di cinta intorno al villaggio.
Dopo l'istituzione della “ Dogana della mena delle pecore in Puglia” la principale fonte di reddito della Baronia fu l'ingente produzione di pregiata lana che riforniva città come L'Aquila e Firenze.
Nel frattempo, più in basso di Rocca Calascio sul fianco della montagna, si sviluppò l'abitato di Calascio probabilmente intorno alle chiese sorte sugli incroci dei percorsi montani.
Nella seconda metà del '500, la Baronia di Carapelle fu acquistata dai Medici, un'altra potente famiglia toscana, evidentemente interessati alla ottima produzione di lana.
Il tremendo terremoto del 1703 rase al suolo l'abitato di Rocca Calascio, la maggior parte degli abitanti preferì trasferirsi nel borgo sottostante. Lo stillicidio di abitanti è durato fino alla metà del secolo scorso quando l'ultima famiglia abbandonò l'antico borgo nel 1957. Il castello di Calascio ebbe il ruolo principale di controllare e proteggere la pastorizia transumante in uno degli itinerari più importanti.
Ancora oggi è possibile ammirare il castello che sembra il prolungamento spontaneo delle rocce sulla cima dell'altura.
Dall'alto dei suoi circa 1500 mt. lo sguardo spazia su panorami mozzafiato: dal massiccio della Maiella col Morrone al Sirente e Velino fino alle montagne del Parco Nazionale d'Abruzzo; poi la tormentata morfologia del territorio che conduce lo sguardo verso Campo Imperatore e la catena del Gran Sasso; verso est l'intera valle del Tirino.
A poche decine di metri di distanza dalla rocca sorge la singolare chiesa a pianta ottagonale di Santa Maria della Pietà che , si racconta, fu costruita dai pastori in ringraziamento della vittoria dei soldati in un cruento scontro con briganti provenienti dal vicino Stato Pontificio.
Il posto è noto al grande pubblico forse grazie al fatto che Rocca Calascio è oggetto di numerosi set cinematografici, fra tutti la stupenda favola ambientata nel
medioevo “Lady Hawke”. In ogni stagione in tanti vengono a scattare foto al castello sempre immerso in una luce magica o a passeggiare nel vertiginoso silenzio delle rovine del
borgo.
Più giù Calascio tutto in pietra, ben conservato, ricco di stradine e gradinate dove si affacciano case-torri, palazzine patrizie, chiese scrigni di opere d'arte ( nelle foto Santa Maria delle Grazie), tutte testimonianze di antiche ricchezze prodotte dalle attività armentizie.
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