Alle pendici meridionali della catena del Gran Sasso, su un dosso calcareo che chiude a Nord-Ovest la Valle del Tirino, si adagia l'antico borgo fortificato di Castelvecchio Calvisio.
Le vicende storiche più antiche del borgo sono alquanto confuse ma è attestato già dal 779 d.C. la presenza di un “castello sopra San Lorenzo” dove ora sorge l'attuale Castelvecchio Calvisio.
Nelle immediate vicinanze è stata rinvenuta una epigrafe di epoca romana che testimonia la presenza nel territorio di una “gens Calvisia”, altri resti documentano l'esistenza di agglomerati urbani aperti, forse le quattro Ville ( S. Lorenzo, S. Martino, S. Giovanni e S. Cipriano) che diedero origine nel Medioevo al borgo fortificato.
Nel 1384, insieme a S. Stefano di Sessanio, Calascio e Rocca Calascio e alla vicina Carapelle Calvisio, fece parte della cosiddetta “Baronia di Carapelle” dei conti di Celano. La storia del paese seguì quella del territorio della Baronia passando di mano in mano a vari feudatari. Dopo un secolo di silenzio, la relativa tranquillità della zona fu scossa da un grave episodio: Castelvecchio fu saccheggiata e distrutta da Fortebraccio da Montone impegnato nella guerra contro L'Aquila. Nella seconda metà del '500 la Baronia fu acquistata dai Medici del Granducato di Toscana che portarono tranquillità e floridezza al territorio.
Castelvecchio Calvisio contava 700 abitanti dediti alla coltivazione dello zafferano, lenticchie e cicerchie, un legume ancora oggi coltivato con successo.
Il piccolo paese è uno dei più affascinanti centri della montagna abruzzese per la sua struttura urbanistica che sembra ricalcare la pianta di un “castrum” romano.
La morfologia del colle dove sorge ha determinato il contorno a ellisse del borgo fortificato. La cinta ancora oggi identificabile è costituita da case-mura e torri di guardia. La struttura ellittica è divisa secondo l'asse maggiore dalla via principale da cui dipartono perpendicolarmente sette traverse da un lato e otto dall'altro. Molto originali ed evocativi i nomi delle stradine come via delle Sentinelle, via Borghi degli Archi Romani, via dei Liberali, via dei Trapassati, via Caronte...
La strada principale è caratterizzata da una sequenza continua di archi che , probabilmente, costituivano nell'insieme una galleria che agevolava il percorso nei mesi invernali. Altra caratteristica architettonica originale sono le ripide scale esterne costituite da gradini che sporgono dalle pareti come mensole, dette barbacani. Soluzione questa che ha permesso l'utilizzo al meglio dell'angusto spazio degli stretti vicoli e dividendo le case in due livelli dove quelli superiori erano adibiti ad abitazione e quello a piano terra era usato come stalla o spazio artigianale.
Molto interessante la chiesa di San Giovanni Battista, dal campanile a vela con cinque aperture, che in alcuni particolari architettonici ancora presenti svela la sua originaria funzione di palazzo fortificato. Poco distante dal paese verso la vicina Carapelle Calvisio, la chiesa di San Cipriano dall'originale campanile che fu per molto tempo la chiesa parrocchiale del paese, poi abbandonata per l'eccessiva distanza.
Pare che fosse stata edificata su un preesistente tempio dedicato a Venere.
Il sisma del 6 Aprile 2009 ha notevolmente danneggiato questo pregevole e unico esempio di architettura abruzzese. Passeggiare nel silenzio per le sue stradine ingombrate da puntellamenti gonfia il cuore di tristezza e impotenza e ci si chiede se si avrà la lungimiranza e la volontà per ridare forza e bellezza a queste pietre messe l'una sull'altra con sapienza e passione dai nostri predecessori.
click sulla miniatura per ingrandire