La profonda gola che separa le montagne Gemelle, la Montagna di Campli e la Montagna dei Fiori, è una Riserva Naturale nei pressi di Ripe di Civitella del Tronto e ricade interamente all'interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Il profondo canyon, percorso dal torrente Salinello, presenta numerose grotte dove sono vissuti eremiti alla ricerca di solitudine.
La grotta più nota ed anche la più grande, quella dedicata al culto di San Michele Arcangelo, si raggiunge da Ripe, frazione di Civitella del Tronto percorrendo un comodo sentiero che si snoda in alto sulle pareti della gola. Questo antico luogo di culto ancora oggi è meta di devoti, il 1° maggio e il 26 settembre vi si celebra Messa.
Scavi effettuati nella seconda metà degli anni '60 hanno portato alla luce resti di culture stratificati nei millenni che vanno dal Paleolitico (forse 10.000 anni orsono) fino all'epoca romana. Numerosi resti di ceramiche decorate, ciotole, vasi, oggetti ornamentali in osso testimoniano una frequentazione continua di gruppi familiari. Lame, punte di frecce, raschiatoi, bulini testimoniano una industria litica molto attiva.
In uno strato ci sono indizi che dimostrano frequentazioni anche con scopi culturali avvalorate dalle numerose buche scavate per riti di fertilità della Terra con resti di ossi appartenuti a soggetti giovani.
Un altare costruito nel 1236 e consacrato al culto di San Michele Arcangelo documenta una devozione ancora più antica per il Santo guerriero venerato dai Longobardi.
Di epoca medioevale sono le strutture murarie, l'altare e la gradinata che conduce alla grossa apertura sulla parete a oriente che si affaccia sulla valle. Negli scavi riconducenti al medioevo furono rinvenuti i resti di una giovane donna con due fratture al cranio forse vittima di riti magici oppure un estremo gesto chirurgico per salvarle la vita.
La grotta di San Michele è la più grande delle oltre quaranta che costellano la parete del monte. Essa è alta circa trenta metri e dà l'impressione di trovarsi in una cattedrale. Nel corridoio d'ingresso è presente quello che doveva essere l'eremo vero e proprio con una zona, annerita dal fumo, sicuramente usata come zona cucina. Dall'ampia apertura sopra l'ingresso, come su un balcone, la vista spazia sulle gole.
L'ambiente naturale in cui è immerso l'eremo è di una bellezza selvaggia unica, il Salinello serpeggia rumoroso fra i grandi massi franati dalle pareti a piombo. Lo scrosciare del torrente viene a volte interrotto dal fragore di una cascata. Fra le strette pareti è facile scorgere il volo dell'aquila reale o del falco pellegrino che qui nidificano.
Come spesso succede nei luoghi del nostro Abruzzo, anche nella Gola del Salinello cultura e natura si fondono in un modo magico e impareggiabile.
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