I Carecini, la più piccola delle quattro tribù che costituivano il popolo dei Sanniti, occupavano il territorio che si estende fra il fiume Sangro e le pendici orientali della Majella. I loro
villaggi erano protetti da possenti mura ciclopiche come testimoniato dai resti ben conservati di Monte Pallano e quelli di Montenerodomo.
Intorno al III sec a.C. si sviluppò sulla cima di una collina nei pressi di quest'ultimo paese, il santuario di Iuvanum, forse su un preesistente luogo di culto legato all'acqua. L'acropoli sorgeva su un terrazzamento delimitato da un muro poligonale con la parte centrale occupata inizialmente dal tempio maggiore che, in seguito all'aumentare delle esigenze di culto o, più probabilmente, distrutto durante le guerre puniche fu affiancato da un tempio minore. Ancora oggi non si sa con certezza a quali divinità fosse dedicata l'area sacra nel periodo sannita, ma l'ambiente prettamente pastorale e un bronzetto ritrovato durante gli scavi potrebbe attestare la presenza del culto di Ercole, l'eroe divinizzato.
Del complesso dell'acropoli carecina faceva parte il teatro con la cavea, di cui oggi restano ancora sette file di gradini, e lo spazio semicircolare ancora lastricato con pietra della Majella destinato all'orchestra e al coro. La presenza del teatro aumentò l'autorità del santuario perchè vi si svolgevano, oltre che spettacoli, anche le assemblee amministrative e decisionali.
Il territorio di Iuvanum occupava una posizione economica e religiosa importante per il tracciato percorso dalla transumanza proveniente dalle terre dei Peligni e, attraverso il territorio dei Frentani, diretto verso la Puglia.
I resti che possiamo ammirare oggi sono riconducibili al periodo romano quando Roma intervenne per lo sviluppo di questa zona strategica alla fine della Guerra Sociale.
Nel I° secolo Iuvanum divenne municipio romano con una struttura urbana con opere pubbliche importanti. Nella piana sottostante l'Acropoli, già utilizzata nei secoli precedenti per i mercati, sorse il grande Foro chiuso sui lati da portici dove si aprivano botteghe e altre attività economiche.
A chiusura del lato settentrionale del Foro, si ergeva la Basilica con la funzione di tribunale e luogo di culto imperiale. Questo era l'edificio pubblico più importante animato da magistrati, avvocati, uomini d'affari. La Basilica romana diede origine ai corrispondenti edifici di culto cristiano.
Sul lato orientale del Foro è stato portato alla luce una parte dei quartieri abitati con le sue strade lastricate e “taberne”.
Con la caduta dell'Impero, anche Iuvanum conobbe il suo declino, saccheggi e distruzioni portarono all'abbandono. Le vicende di Iuvanum continuarono nel medioevo quando nel 1140, monaci cistercensi costruirono l'Abbazia di Santa Maria in Palazzo sulle rovine dell'acropoli utilizzandone colonne, capitelli e pietre squadrate sparse nel territorio.
Ciò che ai tempi nostri riaffiora dal terreno testimonia una città dal livello di vita alto e che è stata parte importante della storia antica dell'Abruzzo.
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