L’area dove sorge Rosciano fu abitato, probabilmente, fin dal neolitico. Vari reperti rinvenuti nella zona testimoniano che fu vicus romano e in seguito vi si insediò una “fara” longobarda. Sul finire del XI secolo venne costruita dai normanni la torre come fortificazione avanzata durante la guerra contro il Comitato Pennese, in seguito intorno a questo torrione, poi ampliato a castello, si aggregò la popolazione circostante che formò il primo nucleo abitato di Rosciano. Questo edificio miltare ospitò vari capitani di ventura come Muzio Attendolo Sforza, Giovanni Caldora, Minuccio di L’Aquila e Roscio da Montechiaro che fu il primo e diede il nome a Rosciano. La voce popolare, in seguito, chiamò questa austera torre come “Rocca dei Capitani” o “dei Paladini”.
Più recentemente furono aggregate alla “Universitas Terrae Rusciani” le frazioni di Villa San Giovanni che fu leggendario feudo dei Templari, Villa Olivieri e Villa Badessa. Quest’ultima ha una particolare storia: nel 1743 il Re di Napoli Carlo III di Borbone offrì a 18 famiglie albanesi, in fuga dalla persecuzione turca, i tenimenti di Pianella ricevuti in eredità dalla madre. I discendenti di questa piccola comunità hanno conservato quasi inalterata la originale identità religiosa e culturale. Nella piazza del paese campeggia il busto raffigurante Giorgio Kastriota detto Skanderbeg, eroe nazionale albanese. La chiesa di Santa Maria Assunta, di rito greco-bizantino, conserva gelosamente una collezione di antiche icone fra le quali la preziosa Madonna Odigitria. Per visitare la piccola chiesa chiedere al parroco che abita la casa di fianco.
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