Per la prima volta nella mia storia di fotografo sono entrato in una valle attraverso una porta o, almeno, di quello che resta di una porta. Da Fara San Martino, dove dovrebbe esserci una valle, si ha sempre la visione di una vertiginosa parete di roccia compatta e unica. Solo quando ci si trova a pochi metri dai resti di un muro in pietre squadrate, ci si rende conto che essa è divisa da una stretta faglia. Le pareti che determinano l'accesso alla valle sono molto vicine fra loro, nel punto più stretto si possono toccare entrambe allargando le braccia. Il passaggio è lungo circa 50 mt e percorrerlo si ha l'impressione di penetrare dentro la montagna. Superato il passaggio la valle si allarga svelando i resti dell'abazia di San Martino in Valle. Il monastero ha una storia molto antica: secondo antiche leggende sarebbe stato fondato dallo stesso San Benedetto ma la sua esistenza sarebbe già documentata da un diploma dell'imperatore Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, che riporta la data del 20 giugno 839. Certamente allora si parlava di una “cella” o ripari abitati da qualche eremita, con i secoli il cenobio si ingrandì e ottenne proprie rendite passando di proprietario in proprietario. Nel XII secolo passò sotto l'influenza del vescovo di Chieti diventando una Badia.
Nel settembre del 1818 una violenta alluvione seppellì di detriti e ghiaia il monastero, ormai svuotato dall'inesorabile declino religioso ed economico avvenuto nei secoli successivi al XII.. Fu riportato alla luce solo alla fine del secolo. Diversi decenni fa fu ricoperto nuovamente da una alluvione, quando negli anni '90 visitai per la prima volta la valle, dalla ghiaia spuntava solo un muro del campanile della chiesa.
Dal 2005 il monastero è di nuovo visibile grazie agli scavi durati quattro anni, e sembra messo in sicurezza in modo efficace visto che è rimasto intatto dopo l'alluvione di qualche mese fa. Gli scavi hanno portato alla luce la chiesa di San Martino in Valle con lo splendido portale e diversi ambienti per una lunghezza di circa 40 mt sotto la parete rocciosa.
La valle, detta Vallone di Santo Spirito nella sua parte iniziale, è la più lunga del massiccio della Maiella tanto che cambia nome altre due volte prima di arrivare appena sotto Monte Amaro, la vetta del massiccio. I numerosi ripari pastorali sono tutti a mezza altezza negli anfratti naturali, certamente i pastori hanno memoria delle frequenti alluvioni disastrose .
Un senso di vertigine coglie guardando le immense pareti di roccia che disegnano la valle, forse per la mancanza di punti di riferimenti dimensionali. Il silenzio è rotto solo dal grido dei rapaci e dal suono di acque che scorrono sotterranee o nel tormentato tubo dell'acquedotto che a tratti affiora fra i massi.
Il vallone genera il fiume Verde che scorre sotto la superficie per poi apparire appena fuori della valle con acque limpide e pure che, pare, rendono buona la pasta prodotta dai pastifici di Fara San Martino che hanno conquistato i mercati di tutto il mondo.
click sulla miniatura per ingrandire