Da Castiglione Messer Marino, raggiungere il comune più a sud d'Abruzzo, Schiavi d'Abruzzo, ha il sapore dell'avventura: la strada sale tortuosa e stretta, spesso interrotta da frane la restringono ulteriormente la carreggiata. Le creste delle alture intorno, per lo più spoglie, sono spesso coronate da lunghe file di generatori eolici mosse da poderosi venti che non sentiamo chiusi nell'auto ma che immaginiamo bene.
Forte è la sensazione che siamo diretti in una remota zona di confine. E in effetti lo è: qui si conclude l'Abruzzo a sud e comincia il Molise con le sue colline a perdita d'occhio. Dall'alto dei mille e cento e passa metri del monte dove Schiavi si adagia la vista è spettacolare, qualche collina oltre, a sud, c'è Pietrabbondante il Santuario sannita ma non riesco a individuarlo nella foschia. Decenni fa questo confine non esisteva e Abruzzo e Molise erano una unica regione, chissà quali beceri campanilismi hanno deciso questa divisione?
Verso nord lo sguardo scende verso l'Altovastese, il barista ha tenuto a dirci che si vede il mare nelle giornate limpide: -anzi anche oggi lo si vede... a saperlo vedere-. Mentre pianto il treppiedi per fotografare ci si avvicina un signore che, anche lui, ci tiene a farci sapere che laggiù a volte si vede il mare. Forse è forte il desiderio di addolcire col mare il paesaggio aspro.
Schiavi d'Abruzzo è il confine fra il popolo dei Frentani a nord e i Sanniti Pentri che difesero per secoli autonomia e libertà dalla nazione più potente di tutti i tempi: Roma.
Il borgo, anticamente chiamato Sclavo, dicono che fu fondato da una colonia di Slavi insediatesi in questi territori; di loro resta solo il nome del borgo e qualche inflessione nel dialetto parlato.
Il centro storico di Schiavi d'Abruzzo è fatto di case in pietra arricchite da portali e fregi di bella fattura, testimonianza di un artigianato vivace e creativo, ma è il territorio che è ricco delle testimonianze dei popoli che sono vissuti, dai Sanniti ai romani fino al medioevo.
Ci siamo recati al Museo Archeologico di Schiavi ma un cartello informava che l'apertura era solo su prenotazione. Un gruppo di giovani aspettava davanti l'ingresso, allora abbiamo pensato di approfittare della prenotazione di qualcun'altro e infilarci insieme a loro. Erano studenti di archeologia impegnati in una lezione di misurazione e disegno di reperti. Consapevoli di non poter tirare per le lunghe abbiamo confessato la nostra intrusione e chiesto il permesso di fotografare i bellissimi reperti esposti anche se posti dietro le vetrinette.
Museo molto piccolo, due o tre stanze, ma pieno di tesori messi in mostra con orgoglio e consapevolezza della antica grandezza del territorio. Molto belli i pannelli di terracotta (metope) una col toro simbolo dei Sanniti.
I reperti di età preromana e romana vengono dal complesso archeologico detto dei Templi Italici. La strada che conduce all'area è segnalata come interrotta ma decidiamo di percorrerla comunque, non avremo avuto altre occasioni di visitare questo luogo magico.
Il Santuario si affaccia da un terrazzamento sulla valle del Trigno e le colline molisane, poco a nord del Santuario sannita di Pietrabbondante. Un poderoso muro contiene a valle la piccola piana: è un'opera poligonale nella parte più antica e quadrangolare in quella successiva.
La costruzione del muro risale in un periodo che va dal III al II secolo a.C. Al centro del terrazzo sorge il tempio detto Maggiore, costruito con grandi blocchi di calcare squadrati con modanature posti senza malta.
Una scalinata porta al piano rialzato pavimentato con lastre di pietra dove sono sparsi resti di colonne, basamenti e capitelli. Di fianco sorge il tempio minore costruito successivamente forse per potenziare l'area sacra, una grande necropoli si estende sul versane della collina.
Abbiamo trovato con piacere che il sito è ben tenuto, senza invasione di erbacce o rovi come spesso, purtroppo, succede in altri siti altrettanto magici in Abruzzo.
L'altitudine e la buona posizione del terrazzamento permette allo sguardo di estendersi in gran parte del territorio dell'Alto Molise, il territorio dei Sanniti ultima roccaforte contro la potenza di Roma.
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