Al centro dell'Abruzzo chietino, arroccato intorno al suo centro storico troviamo Tornareccio, la “capitale abruzzese del miele”. Il borgo sorge sulle colline alla sinistra del fiume Sangro, ai piedi del versante orientale di Monte Pallano.
Il territorio fu frequentato sin dal Paleolitico come testimoniano diversi reperti trovati nella zona.. Più recentemente fu abitato dai Lucani, una popolazione di stirpe sannita, che tra l'altro ci hanno lasciato le possenti Mura Megalitiche di Monte Pallano. Questa civiltà fiorì fino al III secolo a. C. quando dovette cedere alla potenza romana che impose i suoi usi cancellando le tracce del passato.
Nell'alto medioevo il territorio fu interessato alla colonizzazione monastica.
I monaci benedettini qui fondarono il monastero di Santo Stefano detto Lucano dall'antica popolazione autoctona. In breve tempo il monastero attirò i nuclei famigliari sparsi nella campagna che qui trovarono rifugio dalle incursioni normanne e saracene formando, così, il primo nucleo di Tornareccio.
Presto il piccolo borgo si dotò di mura fortificate per difendere la popolazione raccolta intorno ai Benedettini: una cronaca del 1118 cita il “castellum Tornaricie” che viene ceduto in omaggio dall'Imperatore al Conte Trasmondo di Chieti. Tornareccio attraversò con alterne fortune l'era del Feudalesimo sballottato fra Conti e Vescovi ricalcando la storia dei borghi rurali d'Abruzzo. La memoria del monastero si è persa con i più anziani che ricordavano come il Santuario della Madonna del Carmine fu costruito utilizzandone i ruderi.
Del castello resta una torre tonda ancora visibile inglobata fra le abitazioni, parti delle mura e le porte di ingresso.
Centro attuale della religiosità popolare è il bel Santuario della Madonna del Carmine che sorge nel posto dove, racconta la tradizione in modo poco originale, la Madonna apparve a una pastorella
e le promise la liberazione dalla peste se le avessero eretto un tempio.
Pare che la bella statua in terracotta della Madonna con Bambino che troneggia al centro del ricco altare barocco, poggi sullo stesso tronco dell'albero dell'apparizione; la credenza popolare ritiene che sarebbe di cattivo presagio rimuovere la Vergine fosse anche per portarla in processione.
Durante la II guerra mondiale Tornareccio subì le ingiurie dell'esercito tedesco in ritirata che minò tutti i focolari mentre la popolazione si era rifugiata nelle grotte intorno a Monte Pallano. La ricostruzione fu lenta e difficile e in molti cercarono fortuna all'estero, in pochi anni la popolazione dimezzò.
Dal 2006 Tornareccio è diventato uno straordinario museo all'aperto fatto di mosaici installati sulle pareti delle case.
Ogni anno viene indetto un concorso fra gli artisti che presentano un bozzetto, i più votati dai visitatori diventeranno i nuovi mosaici che andranno ad arricchire di anno in anno l'incredibile
collezione a cielo aperto.
In estate il paese si anima non solo per questa manifestazione d'arte ma anche per un appuntamento gastronomico: “Tornareccio, Regina di Miele”; il dolce evento legato alla promozione della eccellente produzione locale del “nettare degli Dei”.
Una visita a Tornareccio è certamente all'insegna della cultura, quella fatta di storia, arte e cibo.
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